Giuseppe Cilia è Sales Manager per l’Italia di Stratasys, azienda leader mondiale nella produzione di stampanti 3D. Da oltre 30 anni Stratasys offre applicazioni pionieristiche per accelerare i processi aziendali, ottimizzare la supply chain e migliorare le prestazioni di migliaia di aziende in tutto il mondo sviluppando soluzioni specifiche per i settori più disparati quali l’aerospaziale, l’auto, la chirurgia, la moda e naturalmente l’industria meccanica. Negli ultimi anni Stratasys ha innalzato gli standard di settore grazie alla possibilità di realizzare modelli multi-materiale e multi-colore che simulano perfettamente la parte finita, ma anche prototipi funzionali in grado di studiare il comportamento in reali condizioni di utilizzo.  “Il nostro core business – spiega Giuseppe Cilia –  è l’additive manifacturing, quindi soluzioni per la manifattura additiva nell’ambito imprenditoriale delle stampanti 3D. Attualmente, la nostra azienda è considerata tra i leader di mercato, abbiamo una presenza decennale e con impatto significativo in ambito industriale. Ci rivolgiamo sostanzialmente al manifatturiero. Il nostro settore di mercato è sostanzialmente quello del polimero”.

Quali sono gli ultimi prodotti e servizi innovativi proposti sul mercato?
“Una recente introduzione è stata la DAP (Digital Anatomy Printer). Dalle immagini bidimensionali ricreiamo modelli tridimensionali di fegato, milza, ossa, tramite un progetto di segmentazione. Questo modello, dato poi “in pasto” alla stampante che genera la produzione dell’organo con la patologia esatta del paziente. Viene, quindi, riprodotta esattamente la patologia e poi vengono fatte tutte le valutazioni del caso. Sono presenti parti di device che servono a produrre oggetti che devono interagire con il corpo umano e quindi testare la validità dell’oggetto in plastica. DAP è un insieme di hardware, materiale e software. All’interno della soluzione DAP abbiamo una sorta di organi riproducibili per i quali sono state sviluppate le funzioni per ricostruire una particolare tipologia di organo con le caratteristiche specifiche”.

Avete fatto anche innovazione su software e capitale umano?
“A livello di software assolutamente sì, è stata acquisita nel 2014 una società importante di Boston ed integrata nei nostri processi. Per noi è una voce importante di sviluppo perché il software rappresenta l’interazione tra l’utilizzatore e la macchina. L’interlocutore tra utente e macchina deve quindi essere di massimo livello. Stratasys è sinonimo di innovazione, continua”

Vi avvalete di partner italiani o stranieri?
“A livello internazionale, all’occorrenza, ci appoggiamo a clienti specifici per sviluppare situazioni pilota. Non abbiamo un partner particolare, ma vengono valutati di volta in volta. Abbiamo due centri di sviluppo molto grandi, una a Minneapolis e l’altro in Israele. Non ci appoggiamo ad esterni perché la ricerca e sviluppo è un qualcosa che, anche per la nostra sicurezza, va fatto all’interno delle mura”.