Rejoint è una startup bolognese che sviluppa protesi personalizzate per il ginocchio. Per dar vita ai suoi dispositivi realizzati ad hoc per ogni paziente, Rejoint si basa sull’applicazione al settore della medicina ricostruttiva, della Realtà Aumentata, dell’Intelligenza Artificiale (per studiare l’anatomia del paziente e progettare l’impianto), della più innovativa tecnologia di stampa 3D (utilizzata anche durante gli interventi chirurgici) e dei Big Data, attraverso tutori sensorizzati che permettono di monitorare la riabilitazione del paziente nonché il continuo miglioramento del prodotto. Il progetto Smart Bi-Uni Knee di Rejoint (costo totale ammesso di 9,2 milioni di euro) è fra i 17 progetti selezionati dal Mise nell’ambito degli Accordi per l’innovazione e lo sviluppo; prevede di progettare impianti personalizzati e simulazioni chirurgiche basate sull’anatomia unica del paziente e seguirne il percorso riabilitativo connettendolo attraverso sistemi tecnologici.
Abbiamo intervistato Gian Guido Riva, Founder e CEO della società. “REJOINT – spiega Riva – nasce 4 anni fa sulla base di un bisogno che allora era vagamente individuabile: i pazienti nel mondo sono sempre più giovani (il 50% sotto i 65 anni); questi sono nella storia dell’uomo le prime generazioni di pazienti che hanno praticato sport con tutto ciò che ne deriva in termini di lesioni legamentose e cartilaginee; un terzo della popolazione mondiale è in sovrappeso con tutto ciò che ne deriva in termini di patologie articolari, lesioni legamentose e cartilaginee. Un paziente su cinque è insoddisfatto del risultato chirurgico nella protesizzazione totale di ginocchio. Ora questi concetti – prosegue il Founder e CEO di Rejoint – sono il trend topic nella comunità scientifica ed in vero l’insoddisfazione da parte dei pazienti si attesta al 30% secondo gli studi più recenti. Un trattamento personalizzato diminuisce fortemente il rischio di insoddisfazione che è strettamente legato al non corretto dimensionamento dei componenti impiantati rispetto all’anatomia del singolo paziente velocizza la ripresa funzionale dell’articolazione. Per meglio inquadrare il problema, un sistema per protesizzazione di ginocchio ad oggi offre tra le 5 e le 16 taglie, REJOINT offre al medico più di 75 mila differenti configurazioni e il numero è costantemente in crescita ad ogni release di sviluppo, arrivando a più un milione nei prossimi mesi. Inoltre un trattamento personalizzato (quindi pre pianificato) abbatte drasticamente i tempi di sala operatoria a tutto beneficio della salute del paziente e della riduzione di rischi e costi per le strutture ospedaliere”.
Quali sono gli ultimi prodotti/servizi innovativi che avete proposto sul mercato?
“REJOINT ha introdotto la soluzione YourKnee per ricostruzione articolare totale di ginocchio personalizzata che è in costante evoluzione. Introdurremo a breve la soluzione YourKnee per ricostruzione articolare parziale di ginocchio per venire incontro alle esigenze dei pazienti ancora più giovani e demanding. Stiamo anche anche lavorando per lo sviluppo di sistemi robotici d’ausilio alla chirurgia, semi-attivi e connessi tramite 5G a chirurghi che potranno operare o tutorare in remoto più chirurgie simultaneamente. Questo sviluppo tecnologico avrà un orizzonte temporale di 5 anni. Questa sì che sarà una grande innovazione e ci avvicinerà a scenari in cui i robot saranno attivi, apprenderanno costantemente ed in futuro potranno realizzare le chirurgie in modalità indipendente sulla base di un planning deciso dal chirurgo e sulla base del patrimonio esperienziale della macchina. E REJOINT vuole essere partecipe e guidare questa rivoluzione nei prossimi 20 anni”.
Quali sono stati i vostri ultimi investimenti in innovazione?
“Quando si introducono le tecnologie Industry 4.0 in settori conservativi si riesce a stravolgere i processi di business ed offrire prodotti qualitativamente migliori. REJOINT opera nel medtech-ortopedia, settore notoriamente maturo e “tradizionale”. REJOINT nasce per risolvere problematiche evidenziate dai pazienti sempre più giovani e “demanding” fornendo quindi soluzioni chirurgiche personalizzate con prestazioni decisamente superiori in termini sia cinematici che di soddisfazione del paziente. Per raggiungere l’obiettivo di massima soddisfazione del paziente sviluppiamo e ci facciamo supportare dalla tecnologia: simuliamo la ricostruzione articolare attraverso un algoritmo di intelligenza artificiale e processi di machine learning che scelgono, disegnano e posizionano le protesi su modelli virtuali dell’articolazione del singolo paziente. Ad oggi siamo l’unica azienda al mondo ad aver validato specifici processi di additive manufacturing per la produzione di dispositivi impiantabili personalizzati nella chirurgia protesica di ginocchio che quindi vengono prodotti in 3d printing. Inoltre REJOINT permette di seguire il paziente attraverso la trasmissione di dati da specifici wearable device indossati durante la riabilitazione, mettendo in costante comunicazione il chirurgo con il paziente e raccogliendo dati di funzionalità e soddisfazione da parte del paziente stesso. Si tratta di una vera novità nel mondo dei dispositivi medici, andando quindi a tracciare senza alcuna intermediazione la bontà e funzionalità del prodotto. Queste non sono tecnologie futuribili ma soluzioni già disponibili in altri settori che noi sviluppiamo, adattiamo ed implementiamo nel nostro settore per garantire ai pazienti i migliori risultati ed al chirurgo la massima soddisfazione con un occhio ai risparmi prodotti per la struttura sanitaria”.
Quanto incidono le tecnologie e quanto le competenze nel fare investimento su presente e futuro?
“Il miglior investimento possibile per una startup tecnologica è quello in persone, cervelli. E in REJOINT, nonostante la congiuntura Covid-19 accogliamo persone di profilo elevatissimo e di provenienza da major. Il REJOINT abbiamo il 50% di forza lavoro femminile, 20% di PhD, 20% di master degree, 50% di ingegneri e 90% di laureati. Come detto in REJOINT investiamo tantissimo in tecnologie e validazioni di tecnologie per essere sempre un passo avanti. In questo contesto quindi lo sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale a supporto dell’uomo per le simulazioni preoperatorie e la spinta all’utilizzo di tecnologie additive di frontiera, tutto calato nell’ambito del medical device, molto regolamentato”.
Nel vostro percorso verso l’innovazione di quale tipo di partner vi avvalete?
“REJOINT collabora con partner italiani ed internazionali, siano essi centri di ricerca, fornitori e sviluppatori di tecnologie o centri di eccellenza chirurgica. Abbiamo chiare e solide radici in Emilia-Romagna ma guardiamo al mondo e principalmente all’Europa e soprattutto agli Stati Uniti che da soli rappresentano il 65% del mercato”.
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