Pubblicato in data Luglio 12, 2017

Un settore con un mercato nazionale da 10 miliardi di euro, caratterizzato da innovazione continua e ricadute positive su salute e qualità della vita. L’industria italiana dei dispositivi medici sceglie la Fiera di Verona per presentarsi a livello nazionale. Il 23 e il 24 gennaio, infatti, è in programma la prima edizione di Innovabiomed. L’evento è organizzato da Veronafiere Spa insieme al distretto di Mirandola – considerato la “Silicon Valley italiana del biomedicale” – e Gruppo RPM Media Srl. Il nuovo format prevede due giornate di incontro e confronto tra fornitori e produttori nel campo dei dispositivi medici che trovano applicazione nei più diversi settori clinici che vanno dalla chirurgia all’oncologia, dall’emodialisi all’anestesia, dalla diagnostica alla rianimazione. Filo conduttore resta sempre l’innovazione, lungo tutta la filiera produttiva: materiali, tecnologie, componenti e servizi. Ma Innovabiomed vuole essere anche l’opportunità di aggiornamento professionale, delineando scenari di medio e lungo termine, attraverso convegni, seminari tecnici e workshop tematici.

“Innovabiomed va ad aggiungersi alle oltre 60 manifestazioni che ogni anno Veronafiere organizza nel mondo o nel proprio quartiere – ha commentato Maurizio Danese, presidente di Veronafiere –. Il nostro piano industriale al 2020, tra i diversi driver di crescita, riserva 23 milioni di euro di investimenti su 94 totali allo sviluppo di nuovi prodotti fieristici. In questa logica si inserisce la start-up Innovabiomed, rappresentando un settore industriale fondamentale per la sua valenza sociale e che ora a Verona trova finalmente anche un momento di promozione per il business delle sue imprese”.

Nel Paese sono 4.480 le imprese che operano nel comparto biomedicale, con 70mila occupati. Il 69% delle aziende e l’83% del fatturato è concentrato in cinque regioni: Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Veneto e Toscana (fonte Rapporto 2016 Assobiomedica).

L’area di Modena con Mirandola è considerata il primo distretto biomedicale in Europa e il secondo al mondo, come ha spiegato Alberto Nicolini, editore del portale distrettobiomedicale.it: “Mirandola è diventata uno dei più importanti distretti biomedicali al mondo perché sono presenti sia le principali multinazionali del settore che molte piccole e medie aziende con altissimi livelli di competenza. E Innovabiomed diventa il luogo che si propone di favorire, in chiave moderna, quelle scelte che l’esperienza ha dimostrato essere vincenti: fare innovazione condividendo competenze”.

La prima edizione di Innovabiomed è stata presentata oggi a Verona. Oltre a Maurizio Danese, presidente di Veronafiere e Alberto Nicolini, sono intervenuti Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, Federico Sboarina, sindaco di Verona, Luca Coletto, assessore alla Sanità della Regione del Veneto, , Carlo Adami, chirurgo vascolare e ideatore di Innovabiomed, Giampaolo Tortora, oncologo e componente del comitato scientifico di Innovabiomed, Gino Gerosa, cardiochirurgo e componente del comitato scientifico di Innovabiomed, e Marco Gibertoni, professionista del settore biomedicale e ideatore di Innovabiomed.

Questo nuovo progetto è la dimostrazione che tecnologia e innovazione sono gli strumenti di crescita economica per il nostro territorio – ha detto il sindaco Sboarina – È importante riscontrare come la progettualità di Veronafiere sia allineata al programma di questa Amministrazione. Trasformazione in Spa della Fiera e diversificazione dei suoi prodotti sono sicuramente la chiave per mantenere il distacco rispetto ai competitor”.

Oggi, anche il Veneto, con 500 imprese attive, 6.800 dipendenti e un fatturato di oltre 2 miliardi di euro rappresenta uno polo di eccellenza in Italia, soprattutto nei campi della biotecnologia, diagnostica, dentale, ortopedia e ottica.

L’Hta-Health technology assessment – ha confermato l’assessore regionale Colettoha un fatturato ed un indotto importante ma serve soprattutto ad aumentare il livello di   eccellenza della sanità veneta che si basa su innovazione, didattica e ricerca, senza contare la gestione corretta delle risorse dedicate. Tutto questo sempre finalizzato ad una migliore assistenza e qualità della vita per i pazienti”.